Quando l’allevamento delle capre è una questione di famiglia. La storia di Alessio e Irene

Alessio e sua sorella Irene Guzzo sono due giovani di San Giovanni a Piro che insieme alla loro mamma gestiscono un allevamento di circa 100 capre nere e grigie cilentane. Il loro è un lavoro di squadra: Alesso fa il pastore, mentre Irene e la sua mamma lavorano il latte e fanno i formaggi. Alessio e Irene ci raccontano il loro progetto di vita.

Alessandro Scassellati (AS): Salve a tutti. Siamo con Alessio e Irene Guzzo. Sono due fratelli, molto giovani, di San Giovanni a Piro. Hanno delle capre cilentane e fanno anche i formaggi. Alessio ha 29 anni e Irene 22, poi c’è anche un terzo fratello di 15 anni che ha cominciato a dare una mano, e la mamma di Alessio e Irene che è la vera casara di casa.

Vorrei partire dal fatto che Alessio e Irene sono molto giovani. Vorrei che Alessio ci spiegasse perché un giovane cilentano nel 2021 decide di fare l’allevatore, rispetto ad altre possibilità di lavoro. I giovani sono fondamentali per il futuro di questo settore che richiede un ricambio generazionale, perché ci sono molti allevatori che sono anziani. Forse fra cinque anni questi allevatori anziani saranno in pensione, se ne staranno seduti su una panchina a riposarsi dopo anni che hanno camminato al freddo e al sole cocente. Quindi, ci vuole una nuova generazione e per questo chiedo ad Alessio se ci racconta come c’è arrivato. La tua scelta è stata una cosa normale perché la tua è una famiglia di allevatori? Quale è stato il percorso che hai fatto?

Alessio Guzzo (AG): Da piccolo, quando era tempo di semina, che miei nonni seminavano, andavo sempre con mio padre. Mi svegliavo presto la mattina e andavo in campagna. E’ stata una cosa che mi ha sempre appassionato, però sapendo che non sarebbe stato facile. Finite le scuole medie sono andato alle scuole superiori e ho fatto due anni, però poi mi sono ritirato. Nel frattempo, i miei nonni avevano sempre animali, capre e pecore, e quando avevo tempo libero andavo da loro. Mi sentivo a mio agio insieme a loro, mi piacevano la natura e gli animali. E’ cominciato più per hobby. Dopo che mi sono ritirato da scuola ha cominciato a lavorare, però avevo sempre 5-6 capre e quando potevo andavo con i miei nonni paterni e materni in campagna. Dopo qualche annetto non ero soddisfatto del mio lavoro, anche se sarebbe stato più facile di là, andavo al lavoro con uno stipendio a fine mese sicuro, però non ero soddisfatto. E così da qualche anno ho incrementato il numero delle capre, acquistando anche qualche capo. Ho preferito la capra cilentana che si adatta bene alle nostre zone, perché più rustica, più forte come animale. Ho anche qualche pecora, ma per la maggior parte ho le capre. Ho messo anche qualche girgentana, ma la sto togliendo perché è un po più debole e delicata. E’ una capra che qui andrebbe meglio per la stalla.

AS: Vorrei che Irene ci raccontasse un po’ quale è il percorso che ha fatto.

Irene Guzzo (IG): Io ho fatto due anni di scuola alberghiera a Sapri. Poi, mi sono ritirata perché non mi piaceva. Poi, mio fratello mi ha tirato dentro a questa attività. Mi ha coinvolto.

AS: Anche nel tuo percorso, Alessio, la famiglia ha giocato un ruolo importante. Tu dicevi che fin da piccolo tuo padre e i tuoi nonni ti hanno familiarizzato con l’allevamento degli animali, rendendo per te questa scelta possibile, nel senso che nel tempo hai ancquisito delle competenze. Tu hai delle belle cilentane prevalentemente nere. Racconta questa scelta delle nere, invece che delle fulve o grigie e racconta delle pecore. Che pecore sono?

AG: La cilentana ha un mantello nero, fulvo e grigio. In futuro, vorrei aumentare il numero delle capre nere e grigie. Secondo me, tutte le cilentane sono simili, come mammella, ma a me piacciono quelle nere e grigie. Le pecore sono un paio meticce e poi ho due facce rosse comisane. Le pecore sono poche perché piacciono a mio nonno e io ho qualche animale suo in azienda. Io preferisco le capre anche per la zona che abbiamo, come macchia e rovi, la capra si adatta meglio, la pecora se non ha dei buoni pascoli soffre.

AS: A proposito di pascoli, come sei organizzato dal punto di vista dei terreni? Ci sono sicuramente terreni di famiglia, poi qualche affitto e anche la fida pascolo. Fai un quadro di questa situazione?

AG: Non ho la fida pascolo. Ho fatto richiesta l’anno scorso e mi hanno detto che era quasi finita. Mi avevano offerto quattro ettari, di cui solo due erano pascolabili e due erano meno raggiungibili. Ho preferito rifiutare perché erano un po’ lontani dalla mia zona dove ho la stalla e poi perché non mi conveniva prendere questi 4 ettari.

AS: Lo sai che l’anno scorso il sindaco di San Giovanni a Piro non ha fatto pagare le fide pascolo. I 4 ettari li avresti potuti prendere senza pagare…

AG: Sì, lo so, ma purtroppo arrivarci per me era molto scomodo. Attualmente, compresi i becchi ho un centinaio di capre.

AS: Un centinaio, quindi comincia ad essere un bel gregge. Quanti becchi hai?

AG: Sono tre neri, due grigi e due fulvi, per il momento. I fulvi li vorrei togliere e tenere solo quelli neri e grigi.

AS: Tu sai che bisogna stare attenti al tema della consanguineità?

AG: Un paio di questi becchi li ho cresciuti e gli altri li ho comprati. Sono tutti di sangue diverso, proprio per la questione della consanguineità. Mi piace anche selezionare gli animali e per questo mi sono organizzato in questo modo.

AS: Tu stai facendo una selezione anche sulla produttività, oltre che sul colore?

AG: Sì, sulla produttività e anche sulla forma dell’animale.

AS: Hai un problema di duelli tra le capre con le corna?

AG: Dipende, a periodi. Quando sono in accoppiamento, non sempre. Comunque, nessuno dei miei animali è morto per i duelli, solo qualche gamba fratturata, ma morte morte no. Capita che si fanno male tra loro.

AS: Alla fine, tu quanti ettari hai a disposizione per pascolare queste tue 100 capre?

AG: Da contratto ne ho una quindicina. Ci sono 3-4 ettari di proprietà, qualche particella piccola anche di nostra proprietà di mio padre, poi ho circa 10 ettari in affitto da un compaesano.

AS: Quindi, complessivamente hai circa 15 ettari a disposizione.

AG: Però, poi ci sono altri appezzamenti di terreni dove mi fanno pascolare e io in cambio mantengo pulito il terreno o glielo concimo portando il letame negli oliveti.

AS: Parlami di questa cosa degli oliveti, perché c’è una certa diffidenza a mandare le capre, anche se tu stai in una zona dove gli olivi sono le pisciottane, ossia degli alberi monumentali, molto grandi, per cui le capre non possono fare molti danni.

AG: Da noi ci sono le pisciottane, ma anche piante piccoline. Dipende sempre da come ci si va. Se si fa una passata e via, va bene, se le si lascia troppo a lungo ti fanno un po’ di danno, ma è difficile. Dipende anche dai periodi in cui le porti. Se c’è l’erba per terra, di foglie degli olivi non ne mangiano. Se stanno un po’ di più e non c’è niente per terra, vanno con i denti vicino al tronco a si mangiano la corteccia.

AS: Su questi terreni hai l’acqua? Su questi 15 ettari c’è qualche sorgente?

AG: C’è una sorgente e ci sono dei ruscelli. D’estate, siccome fa caldo, le caccio verso le 7 la mattina poi fino a verso le 11 si fanno il loro giro, poi bevono e le chiudo in un mandrino. Poi, verso le 4 di nuovo scendo, bevono e si fanno il loro giro. Una volta che hanno una loro zona fanno tutto da loro. Poi, verso le 7 e mezza, le otto, risalgono, bevono e le chiudo di nuovo. D’estate hanno acqua a volontà.

AS: Quindi non c’è un problema di acqua. Vorrei chiederti dei capretti e della mungitura. Vorrei sapere dei prezzi dei capretti. In molti mi hanno parlato di prezzi molto bassi. Tu come ti stai muovendo? Invece, sulla mungitura vorrei sapere quando è che tu cominci a fare la mungitura delle capre e poi come sei organizzato per gestire il latte, per tenere bassa la carica batterica.

AG: Per i capretti l’anno scorso è andata male. Si parlava di 3,50-4 euro. Io li ho venduti a 4 euro, però solo i maschi. Le femmine le ho tenute tutte per rimonta. Erano circa una trentina e le ho tenute tutte, perché era poco come prezzo. Quest’anno invece c’è stato qualche aumento, qualche euro in più. Quest’anno me li hanno pagati anche 6 euro. Sono aumentati i prezzi per i capretti, però è aumentato anche il prezzo del fieno e dell’avena, per cui più o meno se facciamo un paragone è la stessa cosa. L’anno scorso costavano di meno e anche i capretti venivano pagati di meno.

AS: Ma, tu i tuoi capretti come li alimenti?

AG: Quando hanno un mese e mezzo mangiano anche un po’ di favino schiacciato e un po’ di foraggio.

AS: Parlami un po’ delle mungiture. Come le fai, quando le fai e come gestisci questo latte?

AG: In questo periodo, adesso a breve, tolgo i capretti e incomincio a mungere. Finita la mungitura, a volte viene mia madre con mia sorella a prenderlo, altrimenti devo scappare io a casa per portarlo. Sono loro che lo lavorano. Per cui, spesso devo fare avanti e indietro.

AS: Mediamente quanto latte fanno le tue capre?

AG: C’è anche la capra che fa un litro al giorno.

AS: Quindi, tu le stai selezionando in modo che tutte le due capre arrivino a fare almeno un litro al giorno.

AG: Quest’anno se ci riesco sì. Ci sto provando. Faccio una mungitura a mano e adesso hanno partorito una quarantina di capre.

AS: Tu ti sei tenuto la trentina di caprette l’anno scorso. Quale è il limite che ti sei dato da raggiungere come massimo di capi per il tuo gregge?

AG: Come numero, se non riesco a trovare un’altra zona, ne posso tenere più o meno queste, un 100-120. Una decina delle novelle che ho cresciuto l’anno scorso le ho vendute ad un amico di Buccino che ho conosciuto tramite Facebook.

AS: Se invece riuscissi avere un po’ di terreno dalla fida pascolo aumenteresti il numero?

AG: Sì, anche se riesco a trovare altri contratti privati, magari anche spostandomi come zona. Già adesso mi sposto ogni due-tre mesi. Mangiano sempre verde le capre. Ho una zona di oliveto, una zona di castagneto, fra un po’ mi sposto in una costa dove c’è macchia mediterranea e se è maltempo gli do un aiuto io con foraggio e un po’ di avena.

AS: Ecco, questo foraggio e questa avena come e dove la recuperi? Li produci tu oppure li compri?

AG: Come fieno sì, qualcosa la produciamo noi, ma poi stesso qua in zona lo compriamo. Anche l’avena e il favino li compriamo qua in zona. Vorrei fare qualche semina.

AS: Ma, è tutta roba che compri da qualche produttore oppure la compri da quello che vende i mangimi, per intenderci.

AG: La compro da un grossista di zona. A me serve dare loro un aiuto quando partoriscono e quando hanno i capretti. Poi, guardiamo al maltempo, se è possibile gli faccio fare una girata veloce e poi magari gli do un po’ di fieno.

AS: Come stalla come stai messo? Hai un ricovero come si deve oppure è da rifare?

AG: Come stalla principale è messa abbastanza bene. Gli ho dato io una aggiustata. Era la stalla di mio nonno ed è circa di 110 metri quadrati, in più c’è un mandrino coperto esternamente. Ho rintonacato e rinnovato un po’ tutto.

AS: Parliamo del latte. Dove lo lavorate?

AG: Non abbiamo un laboratorio, ma abbiamo una stanza attrezzata per la lavorazione del latte e se ne occupano mia madre e mia sorella.

AS: Se Irene ha voglia, vorrei che ci raccontasse di questa lavorazione. Ce formaggi fate?

IG: Faccio il cacioricotta. Mamma mi ha insegnato come farlo. Facciamo anche delle tome. Non facciamo formaggi morbidi.

AG: Questi sono i formaggi che si consumano e si fanno in zona. Stiamo vedendo per fare un corso di caseificazione, ma per il momento questa pandemia ci ha un po’ bloccati. Comunque, per il momento potrebbe fare un corso online magari più in là fare un corso in presenza.

AS: Noi faremo delle giornate formative, per cui vi faccio sapere tutto quello che facciamo. Faremo 4-5 giornale sul latte e la caesificazione. Abbiamo con noi un grande esperto, il professor Roberto Rubino, che è l’ideatore del metodo nobile, da cui è venuto fuori il latte nobile. Il metodo nobile è legato sostanzialmente ad un sistema di alimentazione che prevede il 70% di erbe fieni e solo il 30% di cereali, granelle, leguminose nel caso dei ruminanti. Quando faremo questi eventi, se partecipate ci fa un grande piacere. Saranno delle mezze giornate di teoria e pratica. Irene potrebbe partecipare, fare dei corsi online e in presenza e diventare la casara.

Vorrei capire che azienda avete in mente di avere da qui a 5 anni. Alessio, tu fra cinque anni uno come pensi che debba essere strutturata la tua attività sia dal punto di vista del numero degli animali sia dal punto di vista di avere un micro caseificio aziendale, la vendita diretta?

AG: Per quanto riguarda il latte, con mio cugino abbiamo pensato di fare un mercatino, un punto vendita. L’idea del caseificio ci sta. Stiamo pensando di fare un caseificio in azienda. Mi sto informando per capire come orientarmi anche per eventuali finanziamenti legati al PSR. Penso anche di acquistare dei terreni per fare un po’ di semina. Vorrei anche ampliare un po’ la stalla e farla più moderna. La voglia c’è e se ci sarà la possibilità si farà un po’ meglio un po’ tutto. Con mio cugino già quest’anno abbiamo collaborato, le capre le abbiamo tenute insieme, ci siamo alternati. Insieme potremmo fare un caseificio aziendale.

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