Nel settore zootecnico, l’esigenza di aumentare la produttività per tenere bassi i costi ha creato una serie di problemi che possono essere risolti solo abbandonando il modello intensivo e passando al Metodo Nobile®, un modello cioè che permette di ottenere il livello qualitativo desiderato. Quali sono i principali problemi?
In primo luogo la scomparsa o riduzione drastica della biodiversità. Le razze locali, le varietà vegetali sono poco produttive e vanno sostituite con razze e varietà alloctone. Ma materiale genetico proveniente da altri territori ed altri modelli comporta ed esige una conoscenza di specifiche tecniche di allevamento e di coltivazione di cui il territorio non dispone. Ci spieghiamo allora perché le razze animali si sono poco adattate e che malattie nuove si siano diffuse nel Cilento. Ci spieghiamo anche perché la qualità dei fieni sia drasticamente peggiorata e che la stessa razione che gli animali ricevono sia sbilanciata perché non si è in grado di stabilire un corretto livello qualitativo di fieni e mangimi.
E poi, dal momento che l’unità di misura è il chilogrammo e che tutto si vende a peso, l’allevatore non è interessato a migliorare la qualità del suo formaggio o della sua carne, tanto il prezzo è sempre lo stesso. Eppure la qualità del latte è decisamente superiore al latte presente sul mercato perché “quei” pascoli e “quelle” razze autoctone permettono di ottenere un livello qualitativo più elevato. Ma l’allevatore non solo non fa niente per ottenere un formaggio pari alla qualità del latte, ma spesso ne peggiora la qualità aumentando i mangimi perché vuole produrre più latte. Produrrebbe un formaggio qualitativamente migliore se questo prodotto gli venisse pagato di più. Ma come fa il consumatore a capire che quel formaggio ha una qualità intrinseca più elevata se fino al giorno prima ha utilizzato quella scadente tipologia di formaggi?
Eppure questi territori hanno un potenziale enorme. Basta cambiare unità di misura affinché quello che fino a ieri era un handicap, oggi diventi una risorsa. Se al modello intensivo sostituiamo quello Nobile, la razza locale, le erbe, i cespugli, le ghiande, il carrubo e tutto quello che rappresenta la macchia mediterranea diventeranno i fattori determinati del legame con il territorio e di una specificità di tutto rilievo. Perché abbassando le produzioni, nel nostro caso, lasciandole così come sono, vi è una concentrazione delle componenti aromatiche e nutrizionali della materia prima. In questo modo potremo riempire di contenuti la Dieta Mediterranea, che al momento è solo una bella scatola vuota.